L’arte dei tanti popoli

Arte aborigena

“Ciò che è visibile diventa pensabile e ciò che è pensabile diventa fattibile”

“Ciò che è visibile diventa pensabile e ciò che è pensabile diventa fattibile”. Questo aforisma di Timothy Snyder rappresenta un buon punto di partenza per riflettere su quanto le varie culture siano al tempo stesso simili e diverse: gli esseri umani osservano la stessa Natura, l’analizzano con lo stesso strumento (la nostra mente) ma le condizioni ambientali e storiche li conducono a ‘fattibilità’ diverse. Anche la produzione artistica non sfugge a questa regola. Infatti, nel mondo dell’arte ciò che conta sono l’interpretazione, la contestualizzazione e la riflessione critica non solo di coloro che, in diverse epoche e in diversi continenti, sono stati direttamente coinvolti nella produzione artistica ma anche di tutta la società dove si sono formati e hanno dato vita alle loro opere. Oggi è un dato di fatto che la maggior parte delle persone consideri la storia dell’arte come disconnessa con il resto del mondo, in quanto poco utile a contribuire efficacemente alla crescita di una società caratterizzata dalle discipline STEM (Science, Technology, Engineering, Medicine). In realtà la produzione artistica ha avuto ed ha un immenso potere comunicativo e per questo merita studi meticolosi, che pongano particolare attenzione agli autori e all’uso delle loro opere. Purtroppo la maggior parte dei libri di testo seguono il ‘tradizionale canone occidentale’: anche nei tentativi di trattare l’arte in modo globale troppo spesso i testi finiscono per riassumere l’arte non occidentale in brevi note affiancate alla trattazione della nostra arte. Oggi è diventato indispensabile il superamento di uno studio della storia dell’arte basato sul modello ‘centro-periferia’, dove il centro è l’arte occidentale nella sua articolazione che passa attraverso Grecia e Roma, il Rinascimento europeo fino ad arrivare all’arte moderna in Europa e negli Stati Uniti. Nella periferia possiamo trovare i nativi americani o l’arte coloniale spagnola così come gli artisti di colore… e spesso anche le donne! Nel contesto mondiale attuale non è sufficiente dare più spazio nei testi scolastici attuali alle culture sottorappresentate: occorre ridefinire l’Arte come l’insieme delle storie di tante arti tra loro interconnesse.

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Info:

Relatori: Chiara Visconti e Ermanno Ferretti

Orario: 15:30

Data: 7 novembre 2024

Auditorium Palazzo Blu

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Visconti

Chiara Visconti è professore associato presso l’Università di Napoli L’Orientale, dove insegna Archeologia e storia dell’arte della Cina e del Giappone. Ha partecipato a missioni di scavo in Cina, in Nepal e in Penisola arabica. Negli ultimi anni, la sua attività scientifica è stata dedicata all’analisi degli scambi commerciali e delle relazioni diplomatiche tra Asia Orientale, Asia Occidentale, ed Europa, attraverso lo studio di metalli e produzioni ceramiche da scavi archeologici e collezioni museali.
Ai materiali provenienti dallo scavo del sito del Fengxiansi ha dedicato la monografia Architectural Decorations and Other Finds from the Excavations of the Fengxiansi Monastery in Longmen, pubblicata nel 2010 , mentre nel volume Un secolo di archeologia cinese. Storia della disciplina dall’inizio del XX secolo ai giorni nostri,  del 2016, ha cercato di tracciare il percorso dell’archeologia in Cina dalle origini alle nuove tendenze di ricerca.

Ermanno Ferretti

Ermanno Ferretti è insegnante di Storia e Filosofia nel Liceo Scientifico Paleocapa a Rovigo. Le sue lezioni superano i confini della classe e da vari anni la sua attività di insegnante è diventata vera e propria divulgazione scientifica attraverso canali social di grande successo. Le sue lezioni sul canale YouTube “Lezioni di Storia e Filosofia con Ermanno Ferretti” sono stati seguite da otre 600.000 persone e i suoi podcast “Dentro alla filosofia” e “Dentro alla storia” contano circa 100.000 ascolti mensili. Collabora con varie università italiane e ordini professionali, nell’ambito della formazione e della divulgazione.

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