Il sapere di ciascuno e la Scienza di tutti

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Nell’attuale contesto multipolare del mondo sta crescendo l’attenzione per la storia globale della Scienza ed in particolare per relazione esistente tra i contributi globali e quelli locali.

Da sempre l’Umanità è stata curiosa (ed anche bisognosa) di comprendere perché le cose ‘funzionino’ in un certo modo, con lo scopo di poter ottenere affidabili previsioni dalle proprie osservazioni: per esempio fin dalla preistoria l’Uomo ha cercato di dare un senso ai cambiamenti stagionali guardando i moti del sole, delle stelle e della luna. Tuttavia già in quei tempi lontani l’Umanità non si è solo interessata di astronomia: basta ricordare l’estrazione del ferro, che ha dato il nome ad un’intera epoca e che è un processo chimico sviluppato da ‘metallurgisti’ senza la minima cognizione delle basi scientifiche collegate. Anche se furono i Greci che per primi svilupparono una cultura caratterizzata dalla ‘teorizzazione’ delle osservazioni empiriche, la Scienza avanzò parallelamente anche in India, Cina, Medio Oriente e in Sud Amarica. Nonostante che ciascuna popolazione di queste lontane aree avesse una propria cultura e una propria visione del mondo, ognuna di esse realizzò in modo indipendente beni materiali fondamentali, quali la carta, la polvere da sparo o il sapone. Fu solo nel 13mo secolo che tutte queste innovazioni geograficamente diffuse trovarono nelle università europee una sorta di ‘reductio ad unum’, che attraverso un percorso inizialmente lento ha portato allo sviluppo di quella che oggi chiamiamo Scienza. Per la comprensione di questo secolare processo, che ha dato origine alla scienza moderna, è essenziale la consapevolezza che molti dei più fondamentali principi scientifici derivano dai ‘saperi’ di una molteplicità di antiche culture: in altre parole, il pensiero e le metodologie scientifiche dei nostri giorni hanno profonde radici in un passato pluriculturale. L’analisi di come, in differenti parti del mondo, si sia osservata e cercata di comprendere la Natura, permette di evidenziare come la scienza dipenda, e a sua volta sia trasformata, dall’empirismo tecnologico del genere umano, dalla religione, dall’arte, dall’organizzazione sociale e dai valori morali.

Info:

Relatori: Antonio Clericuzio e Marco Beretta

Ore: 15:30

Data: 10 aprile 2025

Auditorium di Palazzo Blu

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Marco Beretta

Marco Beretta. Dopo aver ottenuto il dottorato presso l’Università di Uppsala nel 1994 è stato borsista e poi, dal 2004 al 2012, vice direttore del Museo Galileo di Firenze dove ha condotto molteplici iniziative. Nel 2000 diventa professore associato (ordinario nel 2005) di storia della scienza presso l’Università di Bologna. Ha svolto ricerche sulla storia della chimica alcune della quali hanno ottenuto riconoscimenti internazionali quali il Dibner Prize for outstanding museum work (2006), e il Bunge Prize (2014). Dal 2004 al 2016 ha diretto Nuncius (Brill, Leida). Insieme a Sven Dupré dirige la serie di monografie Nuncius Series (Brill). Dal 2016 dirige (insieme a Elena Canadelli dal 2022) la collana Storie di scienza,promossa dalla Editrice Bibliografica di Milano. Dal 2019 è membro del Consiglio Scientifico del Museo Galileo. Nel 2022 ha ricevuto l’Hist Award for Outstanding Achievement in the History of Chemistry. Dal 2022 è Presidente dell’Edizione Nazionale delle Opere di Ulisse Aldrovandi.

Antonio Clericuzio. Professore ordinario di Storia della scienza e delle tecniche presso il Dipartimento studi Umanistici dell’Università degli Studi Roma Tre, Antonio Clericuzio è stato F.A. Yates Fellow del Warburg Institute di Londra, Research Fellow presso l’University College di Londra. E’ stato visiting professor all’Università Ca’ Foscari, Venezia, Freie Universität Berlin, Centre d’Études Supérieures de la Renaissance, Tours. Ha ricevuto borse di ricerca dalla Royal Society di Londra, dal CNR, dal Ministero affari esteri, dal MIUR e dall’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici. E’ membro del consiglio scientifico di riviste scientifiche italiane e straniere, tra le quali Ambix, Notes and Records of the Royal Society, Nuncius. Le sue ricerche hanno avuto come oggetto le teorie della materia agli inizi dell’età moderna, alchimia e chimica nei secoli XVI e XVII, l’opera scientifica di Robert Boyle, la medicina paracelsiana, le Accademie Scientifiche del Seicento. Attualmente lavora a una monografia su medicina, chimica e filosofia naturale in Italia agli inizi dell’età moderna.

Principali pubblicazioni:

Uomo e natura. Scienza, tecnica e società dall’Antichità all’Età Moderna, Roma, Carocci, 2022; Mechanism, Life and Mind in Modern Natural Philosophy.  Springer, 2022 (con Charles T. Wolfe e Paolo Pecere); Interpretare e curare. Medicina e salute nel Rinascimento (in collaborazione con A. Carlino e M. Conforti), Roma,  Carocci,  2013; The Accademia del Cimento and its European Context, Sagamore Beach MA, Watson Publ., 2009 (con M. Beretta e L.M. Principe); Le scienze nel Rinascimento, Vicenza, Angelo Colla, 2008 (con G. Ernst & M. Conforti); La Macchina del Mondo. Teorie e pratiche scientifiche dal Rinascimento a Newton, Roma, Carocci, 2005; 20125; The Correspondence of Robert Boyle, 6 vols., London, Pickering & Chatto,  2001 (Con M. Hunter e L.M. Principe); Elements, Principles and Atoms. Chemistry and Corpuscular Philosophy in the Seventeenth Century, Dordrecht, Kluwer Academic Publ., 2000.

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